Così cambierà volto il distretto produttivo consortile di Olbia

C’è un processo di trasformazione economica, urbanistica e ambientale che sta cambiando il volto di Olbia: è quello in corso nel distretto produttivo consortile del Cipnes. Riconversione industriale, riqualificazione ambientale, produzione di energia pulita, innovazione digitale, integrazione urbanistica e sociale con il centro urbano: un grande disegno proiettato nel futuro concepito dal Cipnes e che ora avrà anche il prezioso sostegno del DADU, il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica) dell’Università di Sassari, centro primario delle ricerca scientifica regionale per la pianificazione, l’urbanistica e l’architettura.

L’obbiettivo a breve termine dell’accordo tra Cipnes e DADU, firmato due settimane fa, è quello di portare il modello del Cipnes alla Biennale di Architettura di Venezia, uno degli appuntamenti più importanti in Italia e nel mondo per il settore. Quello a medio lungo termine è di contribuire alla trasformazione di Olbia - intesa nella sua interezza urbana e produttiva - in una città smart, innovativa, sostenibile. In una città del futuro.

Per il Cipnes, costituito nel 1963 come ente per lo sviluppo economico della Gallura, la missione strategica - nell’era della rivoluzione digitale e green - è infatti quella di (ri)organizzare il distretto produttivo consortile di Olbia per favorire la transizione energetica ed ecologica promossa dalla programmazione dell’Unione europea e da quella nazionale per il “consolidamento di un sistema produttivo smart, green, resiliente e vocato alla circular economy”.

Alcune parti di questo progetto sono state già realizzate o sono in fase avanzata di realizzazione. I lotti industriali dimessi vengono riassegnati a nuovi imprenditori, senza consumare altro suolo. E’ in costruzione la pista ciclabile e pedonale, che produrrà energia pulita in aggiunta a quella degli impianti fotovoltaici. Le aree di verde attrezzato vengono ingrandite ogni anno, con il reimpianto di alberi e arbusti della macchia mediterranea prelevati nei lotti produttivi. La discarica di Spiritu Santu è in fase di dismissione e di riconversione per la produzione di biometano dai rifiuti organici della Gallura. È stata avviata la costruzione della PTE, lo spazio all’interno del quale ci sarà anche il polo tecnologico per l’innovazione delle imprese e dei processi produttivi dei settori chiave come la nautica, l’agroalimentare e la manifattura.  

“Siamo partiti dal fatto che le zone industriali diventano poi industriali e artigianali, e poi ancora commerciali, e infine zone di servizi, passando da essere monotematiche a complesse - spiega il professore Vanni Maciocco, già preside del DADU e che lavora al progetto comune con il Cipnes -. Questo fenomeno evoluto è particolarmente osservabile in quella di Olbia. La sua localizzazione è felice: sulla costa, esposta a sud, con edifici che si alternano alla natura, sempre più complessa, con imprese industriali e di servizi. Qui c’è un altro fenomeno molto interessante: il processo verso la complessità viene gestito, e bene, dal Cipnes Gallura. Anzi, è stato proprio il Cipnes ad avviarlo e a consolidarlo".

"Con i miei studenti del primo anno di Architettura e Urbanistica, un’ottantina, abbiamo studiato questa trasformazione - continua il professor Maciocco -. Abbiamo individuato due linee. Primo: l’area industriale ha un orientamento urbano. Secondo: è un orientamento urbano ambientale, che tiene conto delle bellezze ambientali. La zona industriale è un ecomosaico, dal mare all’arco collinare. Osserviamo gli olivastri vicino al mare e le sughere sulle colline. C’è in corso una riconversione e riqualificazione produttiva appoggiata su un solido sistema ambientale. Ci sono aree dismesse, o in via di dismissione, che vengono riutilizzate. La volontà del Cipnes Gallura è molto chiara e altrettanto forte: vuole limitare al minimo, se non proprio evitare, il consumo di suolo. Questo è quello che si chiama realmente sviluppo sostenibile. A quest’azione si accompagna il progetto, già avviato, di integrare l’area industriale con la città di Olbia. È questo modo di progettare che porteremo, con il nostro studio, alla Biennale di Architettura di Venezia 2021 per le Università sotto il tema “Università: agenzie di resilenzia”.

DADU realizzerà degli scenari progettuali con le linee guida per affrontare le vulnerabilità e le potenzialità del distretto, un video con gli studio da proporre alla Biennale di Venezia e un libro, edito da Franco Angeli ,con i risultati della ricerca.