Come il Cipnes espianta e reimpianta gli alberi nel distretto produttivo consortile di Olbia

Il verde è un settore strategico per il Cipnes Gallura. La sostenibilità ambientale del distretto produttivo consortile di Olbia è un impegno concreto portato avanti, da anni, con convinzione e consapevolezza. Qui descriviamo come avviene il processo di espianto e reimpianto degli alberi. 

Preparazione della pianta e operazioni di potatura. 
Le operazioni da effettuare, per l’espianto ed il reimpianto delle piante di Olivastro, consistono nelle previste attività preliminari relative a un’idonea potatura da effettuare prima dell’espianto. La potatura sarà effettuata nel rispetto del portamento della pianta ovvero mediante una riduzione della chioma proporzionata all’estensione dell’apparato radicale. Le parti danneggiate saranno eliminate con un taglio netto e le ferite con sezione superiore ai 3 cm verranno trattate con sostanze disinfettanti e con cicatrizzanti. 
La preparazione della pianta all’espianto, mediante potatura, ha lo scopo di garantire un corretto equilibrio tra l’apparato radicale e l’apparato aereo della pianta. Il primo attraverso i peli radicali fornisce alla pianta un adeguato rifornimento idrico dei tessuti con relativo trasporto di nutrienti disciolti in soluzione; il secondo, attraverso gli stomi fogliari, determina la perdita di acqua causando inoltre una disidratazione della pianta. La traspirazione sarà necessaria al fine di fornire il giusto nutrimento della pianta in quanto esposta a un forte stress relativo al suo bilancio idrico interno. Per quanto si tenti di prelevare una consistente zolla di terreno intorno alle radici, il pane di terra, si avrà comunque la recisione di una fitta rete delle stesse, importanti risorse capaci di assorbire l’acqua del terreno. Si cercherà dunque, nei limiti del possibile, di ridurre al minimo la recisione dello stesso apparato radicale. 
Le operazioni saranno effettuate nel periodo antecedente la ripresa vegetativa, provvedendo a coprire i tagli più grossi con del mastice al fine di proteggere le branche da attacchi parassitari a da agenti atmosferici, favorendone la cicatrizzazione. La disinfezione delle superfici di taglio avverrà con specifici prodotti fungicidi, se necessario seguita da eventuale fasciatura dei tronchi con teli di juta o similari e legatura della chioma. 
Di norma sarà adottata una potatura nel rispetto delle forme naturali e asportando la minor quantità possibile di vegetazione. I tagli apicali verranno applicati con il criterio del “taglio di ritorno”, ossia appena al di sopra di un ramo vigoroso e bene orientato che fungerà da nuova cima. La superficie di taglio sarà inclinata dall’alto verso il basso con angolo di 45°; si eviteranno i tagli in orizzontale. In caso di asportazione di branche o di rami, il taglio rispetterà il “collare” al punto di inserzione, evitando così di lasciare monconi sporgenti oltre tale zona.
 
Fase di espianto e preparazione del substrato.  
Oltre alla preparazione della pianta, nel trapianto si porrà la giusta attenzione anche alla qualità del substrato. Per fare ciò si avrà cura della preparazione delle buche, l’apporto eventuale di terra di coltivo o di terricci con torba e la distribuzione di elementi fertilizzanti inclusa l’acqua di irrigazione.
  
Le buche per la piantagione delle specie vegetali saranno di dimensioni più ampie possibili in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora, recuperando lo strato superficiale di terreno per il riempimento successivo delle buche stesse. Durante la preparazione della buca, inoltre, sarà appurato che nella zona in cui le piante svilupperanno le radici non ci siano ristagni di umidità e comunque si provvederà, ricorrendo anche ad eventuali sistemi di drenaggio, affinché lo scolo delle acque superficiali avvenga in modo corretto. Nell’effettuare l’apertura delle buche si provvederà a smuovere il terreno lungo le pareti e sul fondo per evitare l’effetto vaso.      
 Prima di effettuare qualsiasi impianto sarà verificato che il terreno in sito sia adatto alla piantagione; in caso contrario verrà apportata terra di coltivo in quantità sufficiente a formare un volume adeguato a riempire totalmente le buche, con particolare attenzione alla frantumazione di tutte le zolle e gli ammassi di terra. La terra di coltivo sarà in parte costituita dallo strato superficiale del terreno asportato durante lo scavo della buca, o eventualmente sarà composta da terriccio ottenuto con mescolamento di terra vegetale e torba in adeguate proporzioni tali da garantire insieme una buona resistenza meccanica unita ad una buona capacità di trattenimento idrico. 
    
La concimazione sarà effettuata durante la fase di impianto mediante l’impiego di concimi minerali ternari a lenta cessione o in alternativa con concimi organici o minerali da incorporare nello strato superiore del terreno. Parte dei concimi verrà distribuita anche sul fondo della buca al di sotto delle radici, per stimolarne lo sviluppo in profondità. Trascorso un periodo di due o tre mesi dalle attività di impianto si valuterà una eventuale concimazione azotata nella parte superiore del terreno per favorire il rinvigorimento della pianta. Al fine di evitare criticità di attecchimento, causati dalla carenza o dall’eccessiva abbondanza di acqua, saranno predisposti adeguati sistemi di drenaggio e/o irrigazione, prima ancora della messa a dimora della pianta durante la preparazione della buca. Una buona e costante presenza d’acqua, che tenga inumidito il substrato, consente di poter ridurre al minimo le potature della parte vegetale aerea evitando così di provocare danni per l’eccessiva traspirazione.
 
Operazioni di reimpianto. 
Durante le operazioni di reimpianto si presterà cura nell’effettuare l’espianto degli alberi con idonea zolla di terra e radici evitando che le stesse siano nude, al fine di ridurre quanto più possibile lo stress da espianto, garantendo la formazione di una zolla compatta di dimensioni tali da comprendere la maggior parte possibile, dell’apparato radicale, e trasferirla nel nuovo sito, dove precedentemente sarà stata realizzata la nuova buca d’impianto. 
Si provvederà successivamente a saturare con del terriccio e della torba le fessure che si potranno creare per assestamento definitivo della zolla, stando bene attenti che la pianta trapiantata sia ricoperta di terra non oltre il colletto. In una fase successiva si avrà premura nel garantire che le cure colturali avvengano con puntualità. In particolare, le innaffiature saranno eseguite nel periodo da aprile a ottobre per un numero idoneo di interventi. Nel caso in cui si verificassero periodi di siccità, le piante saranno irrigate anche nel periodo invernale, stimando una proporzione della quantità d’acqua sulla base delle dimensioni della zolla da irrigare. L’attuazione di queste operazioni rappresenta la tecnica più idonea, alla luce dell’esperienza acquisita a preservare il patrimonio arboreo consortile con particolare riferimento alle piante autoctone.