La società ciclistica Terranova-Fancello Cicli compie 70 anni

La società ciclistica Terranova compie 70 anni. Domenica 19 dicembre festeggerà il bel traguardo nella sua nuova sede, nel distretto produttivo del Cipnes Gallura, con vista sul golfo: e questa è la metafora di Olbia città che va veloce, città dal lunghissimo passato ma sempre città del futuro.

Quando la società ciclistica fu fondata, nel 1951, i suoi dirigenti scelsero come nome Terranova, che fu quello della città di Olbia dal 1300 al 1939. Era un omaggio a un nome che allora definiva nel profondo Olbia, i suoi abitanti, i loro valori, la loro rappresentazione verso gli altri. Quell’Olbia era ancora Terranova: Terranoa, in logudorese. Tarranoa, in gallurese.

Straordinariamente indicativa di quel mondo è la biografia di uno dei fondatori della società ciclistica: Mario Cervo. Definirlo con poche parole è fargli un torto e farlo alla storia: Mario Cervo aveva una personalità eccezionale, i suoi interessi spaziavano dalla musica alla fotografia, dalla politica all’economia, dalla comunicazione allo sport. Mario Cervo era bilingue: parlava (e cantava) sia in logudorese di Olbia che in gallurese, e ne andava particolarmente fiero. È anche grazie a uomini come lui che la Terranova e Olbia sono diventate grandi, forti, aperte.

Olbia era, allora, la città più povera d’Italia. Lo aveva registrato la Commissione parlamentare contro la miseria nel 1952. “(…) non si vede come ad Olbia, a meno che una legge speciale non voglia prendere in considerazione la possibilità di salvare la zona dalla definitiva decadenza economica e sociale, si potrà lottare contro il dilagare della miseria. (…) fra dieci anni il 78% della popolazione di Olbia sarà ridotto alla mendicità, e in condizioni così arretrate di vita e di educazione da far pensare che, davvero, Cristo non si è fermato soltanto ad Eboli” scrisse la Commissione nella relazione conclusiva.

Con 14.587 abitanti certificati dall’Istat, di cui 10.123 nel centro abitato e 2.222 negli stazzi, nel 1951 Olbia non aveva neanche un’industria vera e propria e su 4753 occupati, solo 600 erano quelli impiegati, almeno formalmente, in quel settore strategico per l’economia. Il grosso degli occupati, 1652, era nell’agricoltura, nella pesca.

La società ciclistica Terranova, il cui primo presidente è stato Adolfo Macciocco, aveva queste radici contadine, popolari. Ma proprio come la città che rappresentava a livello sportivo, la Terranova aveva, in quel momento così duro, voglia di futuro. Aveva, metaforicamente, fame di riscatto. Molti ciclisti terranovesi, nel senso più pieno del termine, vinsero gare regionali e furono chiamati a rappresentare la Sardegna a livello nazionale: Nildo Spano, Nardino Eretta, Mario Cervo, Vittorio Varrucciu, Peppino Degortes, come ricorda il sito della società.

Era l’inizio del miracolo. Economico, sociale. Dentro quello eccezionale dell’Italia tra la fine degli anni 50 e l’inizio dei 60’, in Gallura ce ne furono due con una loro specialissima identità; quello industriale di Olbia, quello turistico di Arzachena – e di tutta la Sardegna a livello mondiale – con la Costa Smeralda. 

In quegli anni nacque il Nucleo per l’industrializzazione di Olbia, il padre dell’attuale Cipnes Gallura. Le industrie divennero il motore principale della crescita di Olbia, la leva della sua potente capacità di attrazione di capitali e persone. Nacquero nell’area industriale le fabbriche della Comis, della Moquette, della Nuratex, della Granitisarda, della Palmera. Nel 1971 gli occupati nelle industrie erano 2675, come registrò l’Istat. L’incremento occupazionale nell’industria – scrisse a metà anni 70’ l’attuale Istituto Tagliacarne – fu del 136%, e Olbia era una delle “dieci aree che hanno beneficiato del maggiore sviluppo industriale nel Mezzogiorno”.

Il volto ciclistico di quel boom era quello di Giacomino Fois, capace di vincere con la maglia della Terranova ben cinque titoli sardi tra il 1968 e il 1976. Una sola volta abbandonò quei colori: fu a 38 anni per correre, da professionista, il primo olbiese a farlo, il Giro di Sardegna e la Sassari-Cagliari con la Magniflex, insieme a campioni come Moser.

È un po’ anche il momento in cui la città cambia identità, passando veramente da Terranova a Olbia, la città accogliente, la città felice, fortunata, come indica il suo nome in greco. A fine anni 70’ nasce il settore giovanile della Terranova, e pochi anni dopo arrivano altri straordinari risultati. Quello tra gli anni 80’ e 90’ “rappresenta, forse, il periodo più felice della nostra società – scrive la società sul suo sito - Il proficuo e paziente lavoro svolto nel “vivaio” del Centro Giovanile inizia a dare i frutti sperati: in quel decennio si vince di tutto in Sardegna e, finalmente, anche nella Penisola con Alessandro Fancello prima e con Agostino Spanu, che sono le vere punte di diamante della Società”.

Anche qui, tra le centinaia di persone che hanno animato e animano la Terranova, c’è un volto simbolo: quello di Peppino Fancello. E non solo perché la società ha adottato il suo cognome nella sua ragione sociale, “Società ciclistica Terranova Fancello cicli”. Ma perché Fancello è stato uno dei sardi – delle migliaia di sardi – che sono stati attratti da Olbia, dal suo clima ottimo, dalle sue opportunità economiche uniche in Sardegna, e hanno contribuito a definire la nuova identità della città, a renderla vivace, tollerante, dinamica.

La società ciclistica, con le sue 1140 vittorie, di cui 106 campionati regionali, rispecchia fedelmente questa Olbia operosa ma solidale, questa Olbia internazionale, che ha la più alta percentuale di stranieri del Mezzogiorno (9.3%) e la presenza di due investitori stranieri, il fondo del Qatar per la Costa Smeralda e il Mater Olbia e il più grande fondo di investimento al mondo, BlackRock per l’aeroporto. E negli anni Duemila e Duemiladieci c’è ancora un volto che dice tutto: quello di Nico Mu, più volte campione italiano dei Master e poi, come Olbia vuole essere, due volte campione del mondo. In quegli anni è arrivata anche la massima onorificenza per la Terranova: la Stella al merito sportivo, concessa dalla Fci.

Quando nel 2018 la società ha chiesto al Cipnes Gallura la possibilità di avere un’area nel distretto produttivo di Olbia, il consorzio industriale, con tutto il cda, i dirigenti e la struttura, è stato felice di concedergliela. Il Cipnes Gallura ha così concesso alla società ciclistica, a titolo gratuito, per l’alto valore sociale della Terranova, un terreno 2000 metri quadri, in via Nepal.

Oggì in quello spazio c’è la sede della Terranova e dove domani, alle ore 10, alla presenza del campione Fabio Aru, verranno festeggiati i 70 anni della società ciclistica. Sempre di corsa, sempre più avanti, come la città di cui porta il nome.

Storia della Terranova

Vittorie della Terranova-Fancello Cicli

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