Le cave galluresi sarebbero un giacimento di terre rare per i computer

Le materie prime critiche sono materiali fondamentali per lo sviluppo dell’economia digitale (servono per i microchip dei pc, per esempio) e per la transizione energetica (sono utilizzati per i pannelli solari e per le turbine eoliche, per fare solo due esempi). 

L’Europa ha una fortissima scarsità del metallo delle terre rare che compone le materie prime critiche, che importa al 98% dalla Cina (la Turchia fornisce il 98% del borato, il Sudafrica il 71% del platino).

L’approvvigionamento delle materie prime critiche è dunque la più grande sfida per il futuro sostenibile dei Paesi dell'Unione Europea. 

Con il Green New Deal, la Commissione europea vuole raggiungere l’autonomia nelle materie prime critiche, evitando di dipendere dagli altri Paesi, spesso politicamente instbuli, e consolidando la transizione energetica. 

Seguendo il modello del Chip Act per assicurare all’Europa la produzione dei semiconduttori, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha recentemente annunciato l’intenzione di approvare una legge europea sulla materie prime.

E una risposta alle esigenze europee potrebbe arrivare dal granito di Buddusò e, forse, di tutta la Gallura. In una cava di Buddusò l’Università di Ferrara, Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione, ha un infatti scoperto un potenziale giacimento di terre rare, le materie prime critiche per eccellenza. 

“Il granito di Buddusò contiene percentuali elevate (fino al 15%) di allanite, un minerale ricco di terre rare come Lantanio, Cerio, Praseodimio, Samario, Neodimio” spiega al Cipnes Gallura la professoressa Carmela Vaccaro, responsabile scientifico del progetto Life Regs avviato nel 2020.

La scoperta dell’Università di Ferrara non è casuale e, dopo gli opportuni approfondimenti scientifici, potrebbe rappresentare una svolta per i fabbisogni europei. 

La professoressa Vaccaro ha svolto la sua tesi di dottorato in Sardegna, studiando il granito. In base ad alcuni elementi raccolti, l’Unione Europea ha finanziato un progetto di ricerca - Life Regs - per fornire materiali all’industria della ceramica, particolarmente attiva in Emilia Romagna e a Olbia, nel distretto produttivo consortile, con la Cerasarda.

“Il granito di Buddusò è un leucogranito: dunque bianco e, in qualche modo, simile al marmo - spiegala professoressa Vaccaro -. Questo lo rende molto pregiato dal punto di vista commerciale. Il granito è composto per l'80%-85% di quarzo e feldspati, materie utilizzate per l’industria della ceramica e che l’Italia importa dalla Cina e della Turchia. Il nostro obiettivo è quello di rendere l’Italia autonoma per l’approvvigionamento di queste materie”. 

Ma nei blocchi di granito ci sono delle venature, non commerciabili: gli scarti di lavorazione. Ed è proprio indagando questi scarti che l’Università di Ferrara ha scoperto la presenza di allanite e di terre rare. “Dall’8 al 10% - spiega la professoressa Vaccaro -, una percentuale molto alta”. 

Quanto è esteso questo giacimento di terre rare? Come lavorarlo? Come metterlo in commercio in Europa? Quali danni per l’ambiente? Sono queste le domande fondamentali. La professoressa Vaccaro spiega che serviranno studi approfonditi e il sostegno delle istituzioni.

“Sarabbe fondamentale mappare tutte le cave di Buddusò e della Gallura: ogni cava ha una qualità specifica di granito - dice la professoressa Vaccaro -. Solo così potremmo avere un’idea precisa sul giacimento di terre rare. La Regione Sardegna ha mostrato interesse e ne siamo felici”. 

L’aspetto ambientale, invece, più che un problema sembra essere un’opportunità. “Le terre rare sono negli scarti di lavorazione - spiega la Vaccaro -. Questo vuol dire che non andranno aperte nuove cave ma, al contrario, bonificate quelle esistenti, lavorando in loco gli scarti ed eliminandoli”. 

Buddusò e tutta la Gallura potrebbero essere un esempio di economia circolare - prodotti sostenibili estratti da materiale da riciclare - e offrire all’Europa le materie prime di cui ha bisogno per la transizione digitale e quella energetica.

E questa operazione potrebbe rappresentare uno straordinario rilancio del distretto de granito della Gallura per cui il Cipnes Gallura è da tempo impegnato.  

Che cosa sono le materie prime critiche

Che cosa è il progetto di recupero delle cave a Buddusò