Il lascito dell’Aga Khan: 557 milioni ogni anno per la Sardegna

La storia inizia il 14 marzo 1962, in una stanza di Corso Umberto, a Olbia, civico 193. Lì, davanti al notaio Mario Altea, nacque il Consorzio Costa Smeralda. Un’idea, più che un’impresa. Un progetto che pochi, all’epoca, avrebbero considerato possibile: trasformare un tratto di costa selvaggia, Monto di Mola, in una destinazione turistica di livello internazionale, la Costa Smeralda.

Ma l’idea dell’Aga Khan non era solo quella di creare alberghi di lusso. Era quella di costruire un’economia. Un modello di sviluppo.

E l’economia arrivò. Industria del turismo, infrastrutture, formazione. Quello che l'Aga Khan costruì nei primi anni non fu solo la Costa Smeralda, ma un intero sistema economico.

Un sistema che oggi, sessant’anni dopo, secondo i calcoli del Cipnes, vale 251,6 milioni di euro: 158,6 milioni dal gruppo Costa Smeralda (con le società Sardegna Resorts, Porto Cervo Marina, Safebay, Land Holding, Servizi Consortili Costa Smeralda) e 93 milioni dal sistema aeroportuale di Olbia Costa Smeralda (Geasar, Eccelsa, Cortesa, Alisarda real estate).

Ma il vero impatto va oltre i numeri dell'ex gruppo Aga Khan. Solo l’aeroporto di Olbia, secondo il suo ultimo report di sostenibilità, genera un effetto economico sul territorio di 305,6 milioni di euro.

Quindi sommano i fatturati della Costa Smeralda e l'impatto economico dell'aeroporto di Olbia si arriva - sempre secondo le stime dell'analisi del Cipnes e di UniOlbia- a 557 milioni di euro. Un valore che dimostra quanto le infrastrutture create dal Principe siano ancora oggi un motore essenziale per l’economia della Gallura. Senza quell’intuizione, senza quegli investimenti, il turismo in Sardegna non sarebbe lo stesso. Ora analizziamo nel dettaglio perché.

Gli anni della costruzione

Negli anni successivi alla fondazione del Consorzio, il gruppo Costa Smeralda prese forma con una velocità straordinaria:

  • Marzo 1963: nacque Alisarda, con sede a Olbia.
  • Luglio 1963: venne fondata Cerasarda, fabbrica di ceramiche di pregio, anch’essa a Olbia.
  • Luglio 1963: si aprì il Cala di Volpe, il primo hotel della Costa Smeralda.
  • 1 maggio 1964: riaprì l’aeroporto di Olbia Venafiorita con il primo volo Alisarda.
  • Agosto 1964: nacquero Porto Cervo, l’Hotel Cervo e l’Hotel Pitrizza.
  • Primavera 1964: aprì l’Hotel Romazzino.
  • Primavera 1967: venne fondato lo Yacht Club Costa Smeralda.
  • Estate 1972: fu inaugurato il Pevero Golf Club.
  • Luglio 1976: venne aperta la nuova Marina di Porto Cervo.

Ogni struttura, ogni investimento, non era fine a se stesso. La Costa Smeralda non era solo una destinazione, era una fabbrica di reddito, di nuove sfide imprenditoriali.

Un motore per l’economia

A metà degli anni Ottanta, il gruppo Costa Smeralda era un colosso. Nel 1985, esattamente 40 anni fa, il fatturato era di 211 miliardi di lire, così ripartiti fra le due principali società:

  • 111 miliardi da Alisarda
  • 41 miliardi da Costa Smeralda Hotels.

E quell’anno, l’Aga Khan rilanciò: acquistò la Ciga Hotels, il principale gruppo alberghiero italiano, portando il suo impero turistico a 400 miliardi di lire di fatturato, uno dei primi gruppi in Italia.

Fu un'operazione colossale e altamente simbolica: perché fu la Costa Smeralda a comprare, di fatto, al Ciga, la Compagnia grandi alberghi con una storia di successi alle spalle.

Nel 1980, uno studio del professor Roberto Camagni dell’Università Bocconi stimò l’impatto economico della Costa Smeralda sulla Sardegna dal 1963:

  • 11 miliardi annui di redditi da lavoro dipendente,
  • 2.120 posti di lavoro diretti all’anno
  • 25 miliardi di spesa turistica annuale.

Numeri che fanno capire l’effetto dirompente che il progetto del Principe ha avuto sulla Gallura.

Il presente: un’eredità che continua

Oggi l'ex gruppo Aga Khan - con il lavoro di nuove socierà, manager e dipendenti - è una delle principali realtà della Sardegna. Il gruppo Costa Smeralda, controllato dal fondo sovrano del Qatar, ha un fatturato di 158,6 milioni di euro, secondo i calcoli del Cipnes. Il sistema comprende questi voci principali:

  • Sardegna Resorts (alberghi Cala di Volpe, Cervo, Romazzino, Pitrizza e ristoranti)
  • Porto Cervo Marina (porti)
  • Safebay (campi ormeggio)
  • Land Holding (attività immobiliari)
  • Servizi Consortili Costa Smeralda.

A questo si affianca l’aeroporto di Olbia Costa Smeralda, oggi gestito dal gruppo italiano F2i, che genera un fatturato di 93 milioni di euro diviso fra le sguenti società:

  • Geasar (gestione aeroporto)
  • Eccelsa (gestione voli privati)
  • Cortesa (area commerciale aeroporto)
  • Alisarda real estate (immobiliare)

Ma il vero impatto va oltre questi numeri. Secondo uno degli ultimi report di sostenibilità dell’aeroporto di Olbia, il suo effetto sull’economia del territorio è di 305,6 milioni di euro.

A questi dati andranno aggiunti, a breve, quelli del gruppo Atitech, che gestirà la Olbia a manutenzione dei jet privati.

È un’eredità economica che, sessant’anni dopo, continua a dare lavoro, opportunità e sviluppo alla Gallura.

Da un sogno a un sistema

Il Principe lo aveva capito prima di tutti: il turismo non è solo camere e spiagge, è un'industria. Non bastano paesaggi straordinari, serve un sistema che li renda accessibili, vivibili, connessi. Un hotel di lusso senza infrastrutture è un'idea incompiuta.

Per questo, la sua visione andava oltre Porto Cervo. Bisognava fare tutto. Strade, un aeroporto, una compagnia aerea. Un’impresa che nessun altro ha mai realizzato in Sardegna. L’Aga Khan non si limitò a costruire un luogo, creò un sistema, un modello integrato in cui ogni elemento si legava all’altro: Olbia, i collegamenti, i servizi, la formazione.

La Costa Smeralda non è nata per caso. È nata da un progetto pensato per durare, capace di trasformare una terra isolata, Monti di Mola, in una delle destinazioni più esclusive e desiderate al mondo. Un Inferno per i contadini, come si chiamava Porto Cervo in gallurese, Infarru, in un paradiso per i turisti - e per tutta l'economia della Gallura.