Intervista a Valsecchi: "Così As do Mar crescerà a Olbia"

"La nomina come Cavaliere del Lavoro è stata un grande regalo, un grande onore. La considero un giusto tributo per i miei due periodi professionali a Olbia, prima alla Palmera e poi con Generale Conserve e il marchio As do Mar. La dedico a tutti i nostri collaboratori e lavoratori”. 

Adolfo Valsecchi, 81 anni, industriale, ligure di nascita e sardo d’azione, parla il giorno dopo aver ricevuto l’alta onorificenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Traccia un bilancio della sua lunga esperienza industriale, ma soprattutto - in questa intervista concessa al Cipnes Gallura, nel cui distretto produttivo opera l’As do Mar - parla delle sfide che vuole raccogliere per dare un futuro sostenibile alla fabbrica di OIbia.

“Sono stato socio e amministratore delegato della Palmera dal 1974 al 1995 e ho l’orgoglio di averla portata a diventare il primo produttore di tonno in Italia, al pari di Rio Mare - dice Adolfo Valsecchi, amministratore delegato e presidente di Generale Conserve -. Poi, per incomprensioni con gli altri soci, ho preferito dimettermi. Il destino ha voluto che tornassi, con grande gioia, a Olbia. Questa volta, però, per evitare incomprensioni con i soci, ho voluto avere il controllo dell’azienda. Perché credo in questo settore e, soprattutto, ho molta fiducia sulla Sardegna, su Olbia, sui nostri lavoratori che sono bravi e capaci come quelli che avevo conosciuto tra gli anni 70 e 90”.

Generale Conserve, con il marchio As do Mar, è un’azienda in salute: 136,3 milioni di ricavi nel 2020, utile di 4,5 milioni, Ebitda a 10,4 milioni, prima azienda di Olbia per fatturato.

“Che cosa ci aspettiamo ora? Dobbiamo fare una gara contro di noi, corriamo per battere i nostri buoni risultati  dell’anno scorso - dice Valsecchi -. Sappiamo una cosa: sarà un anno difficilissimo. I costi delle materie prime sono aumentati considerevolmente. I costi maggiori sono nell’ingresso e nell’uscita dalla Sardegna, nel passaggio da un porto all’altro. A parità di volumi, abbiamo avuto un incremento dei costi di 1 milione di euro”. 

Poi ci sono i costi energetici. Generale Conserve, come tutte le imprese, si muove con margini stretti. “Da mesi siamo in trattativa con gli operatori della Grande distribuzione per aumentare, di un minimo, i prezzi, ma al momento non ci è stato concesso - chiarisce l’industriale -. Io lavoro in questo settore dal 1966 e mai avevo vissuto un anno così difficile”.  

Quasi 60 anni da imprenditore che non hanno tolto a Valsecchi visione e determinazione. “Ho imparato, in questi lunghi anni, che le difficoltà si affrontano con coraggio e lucidità - dice -. Avere coraggio, però, non significa gonfiare il petto e limitarsi alle dichiarazioni. Occorrerà agire con atti concreti. Come Generale Conserve ci stiamo muovendo per essere operativi e reagire alle avversità”.

La società del tonno sta investendo, prima di tutto, in capitale umano. “Abbiamo potenziato la nostra squadra, con l’inserimento di un direttore tecnico e di una manager che viene dal settore del baby food. E abbiamo un piano di abbattimento dei costi in due passaggi - anticipa Valsecchi -. Primo: ci sarà un trasferimento di tecnologia dai settori avanzati dell’industria alimentare per adattarla ai nostri impianti di Olbia. Secondo: ci sarà un altro trasferimento tecnologico per automatizzare la produzione. Ma sarà un’automazione sofisticata, che non toccherà minimamente l’occupazione a Olbia”.

Valsecchi la definisce una “corsa a ostacoli” per mantenere competitiva Generale Conserve, ma lui dice di avere - “avendo corso con i cavalli insieme al grande colonnello sardo Oppes” - un “pacato e responsabile ottimismo”. Soprattutto perché la differenza la fanno i dipendenti di Olbia.

“Abbiamo 210 occupati diretti a Olbia e quest’anno, per sei-otto mesi, dagli 80 ai 120 stagionali. Purtroppo non possiamo avere 200 stagionali come l’anno scorso proprio per le difficoltà del mercato, ma siamo impegnati a recuperare il prima possibile, con i nostri investimenti, il centinaio di stagionali che siamo stati costretti a lasciare fuori dalla produzione” chiarisce Valsecchi.

“Noi crediamo molto nei nostri collaboratori e lavoratori di Olbia: loro sono i primi a capire come va il mercato, quali sono le difficoltà, sono preziosissimi per tutta la nostra strategia - dice l’imprenditore -. In Sardegna vendiamo solo il 4% della nostra produzione, ma Olbia è un nostro valore aggiunto. I vantaggi di Olbia, con l’alta professionalità, compensano le difficoltà logistiche imposte dalla geografia”. 

E Olbia, la Sardegna sono nel cuore della famiglia Valsecchi. “L’anno scorso abbiamo cercato di andare incontro ai venditori della Sardegna con le promozioni e quest’anno, visto che la crisi non è passata, vogliamo mantenere questa impostazione - chiude Adolfo Valsecchi -. Certo, anche noi, come As do Mar, avremmo bisogno di in aiuto dalla Regione, per esempio con i corsi di formazione del personale, che abbiamo fatto interamente a nostre spese. Un sostegno pubblico sarebbe importante moralmente, ma anche materialmente”.

Adolfo Valsecchi