In Gallura saldo positivo tra aziende aperte e chiuse

La vivacità imprenditoriale della Gallura ha resistito anche nei primi sei mesi del 2020, caratterizzati dal lockdown e dalla lenta ripresa delle attività produttive. Il saldo tra aziende iscritte (595) e cancellate (452) è infatti positivo: + 143. Il tasso di crescita, + 0,65%, è nettamente superiore sia alla media regionale (+0,06%), sia a quella della provincia di Sassari senza i comuni della Gallura (+0,25%), sia a quella nazionale, che registra il segno negativo (-0,17%). I dati sono contenuti nella pubblicazione della Camera di Commercio di Sassari intitolata “Rapporto Imprese Nord Sardegna. Primo semestre 2020”.

Il tessuto produttivo del nord-est - che comprende i 26 Comuni della vecchia provincia di Olbia-Tempio - mostra dunque segni di grande resistenza e, con le sue perfomance, contribuisce in modo straordinario al saldo positivo tra aziende nate e chiuse di tutta la Sardegna. Provincia di Sassari a parte, tutte le altre Camera di Commercio registrano infatti meno aziende: il tasso di crescita di Nuoro è negativo (-0.01%), come quelli di Cagliari (-0,10%) e Oristano (-0,34%).

Dal punto di vista dei settori, il Rapporto della Camera di Commercio non distingue i territori del Sassarese e della Gallura ma analizza nel complesso le prestazioni delle imprese attive. Nel primo semestre, nel Nord Sardegna sono aumentate quelle dei servizi (+1,8%), del turismo (+0,8%), delle costruzioni (+0,75), dell’agricoltura (+0,3%) e sono diminuite quelle del commercio (-0,8%) e dell’industria (-0,2%).

Le attività manifatturiere sono quelle che hanno subito la maggiore flessione rispetto al primo semestre del 2019: -1,2%, passando 9.989 a 9.874. Entrando nello specifico, le divisioni maggiormente colpite sono state quelle dei prodotti derivanti dalla fabbricazione del petrolio (-25%), dalla fabbricazione di computer e prodotti elettronici (-14,3%), di apparecchiature elettriche (-13.3%). Tra le attività di maggiore peso per il Nord Sardegna, hanno subito una flessione sia le industrie alimentari (-2,5%), sia l’industria del legno e del sughero (-4,%).

Le attività di alloggio e ristorazione - nonostante l’incertezza sulla stagione turistica 2020 - sono invece aumentate dell’1,4%, passando da 12.870 a 13.048. Nello specifico, si è registrato un sensibile incremento delle attività di villaggi alloggi e B&B (+22%), mentre i ristoranti hanno subito una flessione (-0.85).

Nel settore dei servizi, che ha registrato un aumento delle imprese attive dell’1,8%, da segnalare l’incremento delle attività di direzione e di consulenza gestionale (+15,3%), delle attività immobiliari (+45) e - nonostante la crisi del turismo - delle agenzie di viaggio (+4,6%).