La Zes della Sardegna potenzierà l'Economia del mare di Olbia

La Zona Economica Speciale (Zes) della Sardegna - uno degli strumenti con cui lo Stato vuole rivitalizzare l’economia del Mezzogiorno(art.579)- è finalmente entrata nella fase operativa: il ministro per il Sud e la Coesione terrtitoriale ha infatti pubblicato il decreto istitutivo. 

Concepita come “una rete portuale distribuita sul perimetro costiero”, la Zes della Sardegna non si estende su un'unica area ma su sei aree, con altrettanti porti, all’interno delle zone industriali di Cagliari, Gallura, Oristano, Sassari, Carbonia-Iglesias, Ogliastra. Gi ettari destinati a godere di vantaggi amministrativi e fiscali per le aziende sono complessivamente 2660. Alla Gallura, nei distretti produttivi gestiti dal Cipnes Gallura a Olbia, Monti e Buddusò, sono stati assegnati 180 ettari; il perno della Zes della Gallura è il porto di Olbia-Isola Bianca, il primo per le merci sui traghetti in Sardegna (nelle foto le aree della Zes in Gallura).

Come è scritto nel Piano di sviluppo strategico della Zes Sardegna, le Zes portuali “sono per loro natura fortemente intrecciate con Ia “economia del mare” (blue economy), più direttamente con i settori della movimentazione delle merci, della cantieristica e della filiera della pesca”. Settori in cui la Gallura è leader a livello nazionale: occupa il secondo posto dopo Trieste.

Ma “sarebbe sbagliato pensare che lo sviluppo di una Zes possa precludere quello di altre aree entro la stessa regione - è scritto nel Piano di sviluppo strategico -. Al contrario, una Zes funziona quando è in grado di attivare l’intera economia locale; viceversa l’impatto resterebbe circoscritto a operazioni di traffico e trasporto commerciale senza interfacciarsi, con benefici reciproci, con l’industria e il sistema economico locale. Dunque, il Piano strategico della Zes della Sardegna deve mirare necessariamente a conseguire un impatto regionale”. 

La Zes - chiarisce il Piano strategico - “può creare nuovo valore aggiunto e incrementare i relativi moltiplicatori non solo nella blue economy, ma in tutti quei settori produttivi interessati alla lavorazione ed esportazione delle merci”.  Nel caso della Gallura - oltre alle aziende dell’agroalimentare, della cantieristica nautica, della ceramica - la Zes potenzierà la logistica, i distretti del sughero e del granito e il distretto del turismo.

Geasar, società di gestione dell’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, uno degli hub logistici più importanti della Sardegna, ha infatti già manifestato l’intenzione di aderire, se sarà possibile, alla Zes.

Anche i comuni di Calangianus, per il distretto del sughero, e di Arzachena, per il distretto del turismo che comprende anche la Costa Smeralda, hanno avanzato la loro candidatura per la Zes. 

Sarà il piano operativo, elaborato dal Commissario straordinario della Zes, dal Comitato di indirizzo, dalla Regione, con l’assistenza dell’Agenzia per la coesione, a valutare come strutturare la Zes della Sardegna, dai partecipanti ai settori da valorizzare. È una fase che sarà affrontata a breve, quando la struttura della Zes, dopo la nomina di Aldo Cadau come Commissario, sarà completata.

La Zes della Sardegna - una delle 8 Zes attivate in Italia -ha un obiettivo di ampio respiro internazionale. Concederà gli incentivi fiscali e amministrativi alle aziende già presenti, o che si insedieranno, nelle zone industriali con un porto. Questo perché la Zes della Sardegna, secondo la strategia regionale, si pone in rete con “l’idea di fare del Mediterraneo un “hub” logistico internazionale”; un’idea che “può essere rilanciata anche attraverso le Zes, a patto di recuperare competitività rispetto ai porti del Nord Europa”.

La mission della Zes è quella di “attivare un sufficiente tessuto di imprese, un porto valido con terminalisti di eccellenza e interporti e/o aree retroportuali ben strutturati, un sistema burocratico fluido, un sistema logistico di prim’ordine e incentivi efficaci”. I porti e i traffici marittimi sono al centro della Zes della Sardegna. “Quasi l’83% delle merci (in quantità) importate ed esportate dall’Italia verso Paesi extra-Ue transita via mare, a fronte del 4,4% che transita su strada” è scritto nel Piano di sviluppo strategico. 

Secondo le previsioni, l’export della Sardegna, che non arriva a 6 miliardi, “in uno scenario di base, considerando il tasso di crescita medio annuo degli ultimi dieci anni, (….) nel 2025 arriverebbe a 7,5 miliardi. In base a uno studio della Banca Mondiale, le Zes possono portare ad un incremento aggiuntivo dell’export del 40% nell’arco in media di una decina di anni e, con la Zes in Sardegna, “tenendo conto di questo export aggiuntivo, si potrebbe arrivare  a 9,7 miliardi nel 2025”. 

Per attirare nuove imprese in Sardegna, anche internazionali, la Zes deve necessariamente avviare “un’incisiva e permanente politica di promozione”: la Zes è, di fatto, uno strumento di Marketing Territoriale, con tutte le informazioni a disposizione degli investitori, dalle infrastrutture al meteo della Sardegna. “L’investitore internazionale non arriva - è scritto nel Piano di sviluppo strategico - se non conosce la Zes in tutte le sue certezze e non recepisce i vantaggi localizzativi e finanziari di un territorio e del suo porto”.  

 

Piano di sviluppo strategico della Zes della Sardegna

Poteri, incentivi e aree della Zes della Sardegna

Il piano di programmazione del Cipnes Gallura per la Zes di Olbia, Monti e Buddusò