Il Cipnes destina le aree del golfo di Olbia esclusivamente alla nautica

Oltre 80 ettari sul mare del distretto produttivo consortile di Olbia, quella che comunemente è conosciuta come zona industriale, saranno destinati in via esclusiva alle imprese della cantieristica e della nautica.

Da Punta Is Taulas sino a Cala Saccaia, tutti i prossimi investimenti – dal riuso di capannoni dismessi alla riconversione produttiva di capannoni in funzione fino alla costruzione su aree libere – saranno dunque concentrati su un settore che è già il più importante del distretto (12% degli occupati) e diventerà sempre più strategico nell’ottica della sostenibilità ambientale.

La decisione è stata presa dall’Assemblea generale del Cipnes Gallura, che gestisce il distretto produttivo e ha il compito istituzionale, come consorzio per lo sviluppo industriale di Olbia e della Gallura, di sostenere la crescita della competitività e della produttività delle imprese e del territorio.

Il cambio di destinazione d’uso obbliga gli investimenti nella cantieristica, nella nautica e nelle attività legate alla pesca in 81,36 ettari nei comparti D2, D2/A, D2/B, D2/C e D4, come si può vedere nella cartina. Tutta la linea di costa del golfo di Olbia, dunque, servirà per l’apertura o il consolidamento di imprese della nautica.

Concretamente, un investitore che vorrà rimettere in funzione un’attività dismessa in quell’area potrà farlo solo per aprire un’azienda per la cantieristica; analogamente questo avverrà per un imprenditore che decidesse di riconvertire l’attuale attività operativa.

La scelta strategica del Cipnes avvia una straordinaria opera di riconversione urbanistica ed economica che permetterà a Olbia di sfruttare le grandi potenzialità dell’Economia del mare, settore in cui è, insieme al resto della Gallura marittima, al primo posto in Italia per numero di occupati e al secondo, dopo Trieste, per valore aggiunto.

L’obbiettivo del Cipnes è duplice. Da una parte, vuole consolidare un settore trainante (per la nautica restano a disposizione anche le aree non sulla costa). Dall’altra, vuole offrire nuovi spazi (oggi insufficienti per soddisfare la domanda) agli investitori, nazionali e internazionali, della cantieristica e della nautica.

Attualmente nel distretto produttivo consortile di Olbia sono insediate 70 imprese, che occupano 500 addetti diretti (il 12% di tutti gli occupati del distretto) e hanno generato ricavi, complessivamente, per 83,8 milioni nel 2019 (ultimo anno prima della pandemia). Tra le imprese si segnalano il gruppo SNO (fra i primi dieci in Italia per ricavi) con i marchi Novamarine e Magnum Marine, Maori Yacht, G-Tender, Sacs.

Quello della nautica è il settore storico e più forte nel distretto, che continua ad esercitare, per i servizi offerti, le professionalità e lo straordinario contesto ambientale ed economico, una fortissima capacità di attrazione di investimenti. Nella relazione per l’approvazione della variante, il consorzio industriale informa che entro il 2025 saranno avviate nel distretto olbiese 35 nuove iniziative produttive, in 40 ettari, per 350 nuovi addetti. 

Delle 35 nuove imprese, ben 17 – quasi la metà – saranno del settore nautico, con 200 addetti.

Oltre il 2025, con il pieno funzionamento della Zes di Olbia, sono previste ulteriori 41 nuove iniziative imprenditoriali e – secondo le stime del Cipnes – molte saranno della nautica. Per questa ragione il Consorzio industriale ha voluto dare una risposta rapida ed efficace ai bisogni degli investitori, consolidando il ruolo di Olbia come distretto nautico della Sardegna.  

La variante normativa dello strumento urbanistico consortile, che non modifica il complessivo assetto territoriale del distretto produttivo consortile, è stata trasmessa all’assessorato regionale all’Urbanistica per la verifica di coerenza.

La variante urbanistica per consolidate la nautica di Olbia