In Costa Smeralda yacht per patrimoni da 261 miliardi di dollari

In Costa Smeralda, a Cannigione, Portisco e Porto Rotondo sono ormeggiati yacht per un valore complessivo intorno ai 4 miliardi di dollari e i cui proprietari hanno un patrimonio personale di 60,7 miliardi di dollari (261 miliardi dall'inizio dell'estate).

Emerge dall’analisi che, come Cipnes Gallura, abbiamo fatto consultando i siti specializzati marinetraffic.com e vesselfinder.com (con cui abbiamo localizzato gli yacht), superyachtfan.com (che indica i proprietari degli yacht) e Forbes.com (che stima i patrimoni personali). In tutto abbiamo analizzato 63 maxi, super e giga yacht.

Da segnalare la presenza dello yacht Blue (600 milioni di dollari di valore) il cui proprietario è lo sceicco di Abu Dhabi Mansour Al Nahyan (38 miliardi di dollari di patrimonio, secondo le stime di Superyachtfan).

Numerosi gli yacht di finanzieri e industriali americani. Boardwalk di Tilman Fertitta (6 miliardi di patrimonio), Acquarius di Steve Wynn (3 miliardi di patrimonio), Faith di Lawrence Stroll (3 miliardi), Apogee di Darwin Deason (1,3 miliardi).

A Cala di Volpe è ormeggiato anche il Moneikos (valore di 40 milioni) della famiglia del compianto Leonardo Del Vecchio (patrimonio di 27.3 miliardi, seconda famiglia più ricca d'Italia).

Dal 1 giugno a oggi, sono arrivati in Costa Smeralda anche gli yacht Kaos di Nacy Walton Laurie (7 miliardi di patrimonio), della famiglia Walmart, Legend dell'ex presidente di Google Eric Schmidt (20 miliardi), Limitless di Les Wexner di Victoria's Secrets (5,7 miliardi).

Un'altra presenza fissa è quella dello yacht Symphony di Bernard Arnault, proprietario dei marchi del gruppo Louis Vuitton, terzo uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 167,7 miliardi.

Complessivamente, dall'inizio dell'estate, sono arrivati a Porto Cervo yacht i cui proprietari hanno un patrimonio di 261 miliardi di dollari.

La Costa Smeralda - con la Gallura marittima orientale - si conferma dunque una delle principali destinazioni nel Mediterraneo per gli yacht, in particolare per quelli di lusso. Questo produce numerosi effetti benefici sul territorio e consolida Olbia come sede del distretto nautico. 

Secondo uno studio di The European House – Ambrosetti per Genova, è di 8.805 il valore dell’impatto economico totale (TEEI) che uno yacht tra i 36 e i 50 metri di lunghezza crea in media in un giorno di permanenza nel capoluogo ligure. Il valore dell’impatto aumenta considerevolmente al crescere della lunghezza degli yacht, con punte di 45 mila euro per quelli oltre i 75 metri.

In questo periodo il costo dell’ormeggio al giorno, per le barche entro i 55 metri, è di 3.584 al porto vecchio di Porto Cervo e di 3.080 alla marina nuova di Porto Cervo. Oltre i 55 metri, il costo varia dei metri quadri.

Ai campi boe di Liscia Ruja e Pevero il costo più alto per l’ormeggio giornaliero è di 4.300 (più servizi) per gli yacht di 150 metri.

Numerosi anche i charter. Tra questi il Q, che ha un costo 210 mila euro di a settimana.

La presenza degli yacht (quelli oltre 24 metri classificati come maxi, super e giga) alimenta non solo l’economa delle marine turistiche ma anche quella delle società di assistenza e di numerose attività che forniscono servizi: alberghi, organizzatori di eventi, fioristi, ingegneri, supermercati, produttori di specialità alimentari.

Come Cipnes Gallura abbiamo calcolato che la solo economia della nautica - una delle componenti della più vasta Economia del mare - produce in Gallura un volume d’affari di 325 milioni.

L’impegno del consorzio industriale, la cui missione istituzionale è quella di favorire la crescita economica del territorio, è concentrato sul percorso per far riconoscere Olbia come distretto della nautica. Per quest’obiettivo, oltre al percorso legislativo, il Cipnes Gallura è da anni impegnato nella creazione di nuovi spazi per i cantieri nautici.

Questo anche ricorrendo alla riconversione industriale e urbanistica di lotti dismessi, come quello dell’ex Palmera che diventerà il Marine Center. 

Creare le condizioni perché gli yacht oltre i 24 metri facciano il rimessaggio invernale a Olbia serve per generare nuova economia.

Come analizzato da uno studio dei docenti Carlo Marcetti e Francesca Palmas dell’Università di Sassari, “un superyacht dai 30 ai 60 metri di lunghezza, in media genera una spesa annuale di 2,3 milioni di euro, dà lavoro a 15 uomini di equipaggio e tra lavoratori della manutenzione, elettricisti, tecnici, fornitori di bordo, commercianti crea un indotto per circa 75 famiglie. Un superyacht dai 60 agli 80 metri, in media genera una spesa annuale di 3,9 milioni di euro, impiega  25 uomini per l’equipaggio e crea un indotto di altri 140 lavoratori”.